L’ITALIA DELL’ECONOMIA CIRCOLARE E DEL RICICLO: DALLE AZIENDE
IL PRIMO IMPEGNO NEL RECUPERO DEI RAEE

La diffusione delle tecnologie di informazione, comunicazione ed apparecchiature elettroniche ha contato negli ultimi anni una vertiginosa crescita, affiancata di pari passo all’aumento delle stesse apparecchiature da smaltire, il cui consumo crescente fa riscontro alla diminuzione del loro tempo di durata.

Un meccanismo di gestione e riciclo virtuoso, che coinvolge dai produttori ai cittadini fino alle aziende che permettono il suo efficiente svolgimento. Quella dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche  è una filiera dai numeri importanti, che esprimono un valore monetario e ambientale, oltre a simboleggiare l’impegno civico di un’intera comunità a favore della sostenibilità. La sua crescita è però oggi in parte rallentata da dinamiche economiche sfavorevoli, che rendono urgenti interventi a sostegno del settore.

I dati relativi allo scorso anno 2021 riguardanti la raccolta di RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) in Italia, però, sembrano non  ancora così incoraggianti, sebbene ci siano notizie positive, considerando una crescita del 5,3 per cento registrata in confronto all’anno precedente (circa 19mila tonnellate in più).

Un trend positivo in aumento in tutto il mondo, soprattutto dovuto al consumo crescente di questi rifiuti urbani tra i più pericolosi ma altresì tra i più preziosi. Vere e proprie miniere contenenti anche metalli e terre rare che quotidianamente bisognerebbe impegnarsi ad estrarre e ri-valorizzare.

Anche il nostro quadro nazionale, in tal senso, fotografa un progressivo cambiamento di mentalità aziendale, molto più sensibile alle tematiche riguardanti la raccolta differenziata dei rifiuti e dell’economia circolare, sempre più spesso ma che spesso pronte ad adottare buone pratiche sostenibili.

Un’inclinazione  talmente necessaria quella dell’aumento  dei livelli di recupero dei materiali, che ha indotto il Ministero della Transizione Ecologica ad incentivare la ricerca e i progetti che mirano a realizzare una vera economia circolare sui territori.

Senza considerare l’importanza del recupero dei RAEE proprio in un momento storico come quello attuale, nel quale l’aumento dei prezzi delle materie prime del post pandemia seguito dal rischio di blocco negli approvvigionamenti legati alla guerra in Ucraina e all’inasprimento dei rapporti commerciali con la Russia rischiano di interrompere bruscamente i processi di transizione digitale ed ecologica dell’Unione europea. Situazioni, queste, arginabili, seppur in parte, con un’efficace raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici, che permetterebbe di recuperare molti materiali semplicemente con il riciclo. Un miglioramento della burocrazia, nuove misure di incentivazione, maggiori sanzioni e controlli per contrastare i flussi paralleli e più iniziative di comunicazione e informazione sono soluzioni auspicabili al fine di poter agevolare l’Italia rispetto al target di raccolta fissato dall’Unione Europea, consentendo di rimettere in circolo materie prime importanti, anche per superarne la carenza contingente. Inoltre, si avrebbero maggiori garanzie sul corretto trattamento, evitando fenomeni di inquinamento pericolosi.

La verità è che nonostante i dati rispetto alla filiera dei Raee abbiano fin’ora evidenziato come la crescita consistente osservata nei consumi di apparecchiature elettriche ed elettroniche non risulti ancora ad oggi purtroppo compensata da una pari crescita della raccolta differenziata dei rifiuti elettrici ed elettronici (restando lontana dai target Europei di raccolta), è invece assai crescente l’impegno di molte le aziende che hanno donato e continuano a donare il loro prezioso contributo per la realizzazione di una idonea  raccolta e smaltimento di questi rifiuti, indispensabile per preservare un ottimale impatto ambientale, ecologico e sanitario del nostro Paese.

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